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Messaggio  Silvia Gio Giu 05, 2008 9:20 pm

Due spunti per te e per i tuoi tanti lettori.

Berlusconi, caro
Ricca, non è un buffone. E’ il politico di fatto più geniale
nell’interpretare chi siamo e cosa ci muove che sia mai comparso in
Italia. Se invece di perdere lustri a sbeffeggiarlo lo avessimo capito,
saremmo andati dritti al cuore del problema: il Prolasso Etico endemico
del popolo italiano. Lì avremmo lavorato, faccia a faccia con le
persone comuni, a comunicare con loro, pazienti, diligenti, costanti.
Certamente un lavoro meno emozionante del singolar tenzone con i
‘cattivi’ politici, delle feste di piazza col Guru roboante, delle
notti incollati a Youtube, e che proprio perché poco adrenalinico
nessuno ha voluto fare. Eppure così più utile. Perché Piero, i Verzè,
Geronzi, Previti, Pollari siamo noi. Essi sono solo le ombre sul muro
del nostro Prolasso Etico.

Secondo: fra coloro che oggi devono
fare i conti con il fallimento catastrofico delle loro condotte non ci
sono solo i Bertinotti e soci. Vi è anche un folto gruppo cui tu
appartieni a buon titolo: quello dei nuovi paladini dell’Antisistema -
Travaglio, Guzzanti, Corrias, Grillo, Ricca, Sansa, L. Fazio, Beha ecc.
Avete da almeno 15 anni fondato una ‘Industria della Denuncia e della
Indignazione’ che sforna a ritmo ormai paradossale denunce del
malaffare, fotocopie di se stesse ormai. Ma oggi, e dopo i vostri 15
anni, l’Italia consegna al Re del malaffare un consenso stupefacente.
Allora? Non è il caso che anche voi facciate i conti coi vostri
risultati? Oppure sposate la logica circolare della vegetariana inglese
che fece la prima pagina del The Guardian nel novembre 1994? Ella era
convinta che per prevenire le malattie occorresse mangiar carote a
chili. Ne mangiò da finire all’ospedale, ma là concluse che stava male
perché… non aveva mangiato abbastanza carote.
Tu e i Travaglio d’Italia arriverete alla stessa conclusione? O avrete la saggezza di farvi i conti in tasca con onestà?

Piero, con amicizia: ho qualche dubbio.

Paolo Barnard

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Silvia

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Intervento di paolo Barnard sul blog di Piero Ricca Empty Prima risposta di Piero Ricca

Messaggio  Silvia Gio Giu 05, 2008 9:21 pm

Per Paolo Barnard.
Rivolgere la critica anche a se stessi è un dovere e non ho
difficoltà, da italiano contemporaneo, a prendermi la mia parte di
responsabilità al cospetto dello sfacelo. Tuttavia, caro Paolo, è buona
norma nell’analisi conoscere a fondo prima di giudicare, distinguere
anziché generalizzare e porre in relazione i risultati agli strumenti.
Come singolo cittadino senza alcun potere che la mia voce, ho fatto più
di quel che ho potuto mettendomi in gioco, da ultimo con un pugno di
validi amici, senza guadagnarci se non la stima di molti, e anzi
rimettendoci. Vedermi accomunato alla presunta cricca dell’ “industria
dell’antisistema”, sapendo come campo e quel che mi muove, mi fa
sorridere. La montagna di denunce di abusi e malaffare che a tuo dire
avrei contribuito a produrre, peraltro, è già una smentita alla critica
di aver sottovalutato il nemico sbeffeggiandolo. Non l’abbiamo mai
sottovalutato. Anche quel famoso Buffone è un giudizio morale, non una
barzelletta. L’altra accusa, se ben capisco, è aver fatto l’antagonista
per vanità, voglia di emozioni forti, e magari tornaconto personale,
senza parlare con umiltà alle persona comuni giorno per giorno,
attività di pedagogia civile quanto mai necessaria, ne convengo, e che
immagino avrai svolto strenuamente tu, in una concezione in vero ampia
dei doveri professionali dell’operatore dell’informazione. Ma come fai
a sapere, se non mi conosci, che cosa le persone come me, nel loro
piccolo, hanno fatto in questi 14 anni giorno per giorno? Una breve
rassegna delle mail che ricevo, di presa consapevolezza, ti smentirebbe
ipso facto. E non è stato facile, credimi, parlare alle cosiddette
persone comuni, magari immerse nell’indifferenza morale, senza poter
indicare loro un’alternativa politica effettiva. Non sottovaluteri,
insomma, il problema della rappresentanza politica, e in definitiva
l’assenza di anticorpi nella classe dirigente, prima di mettere sul
banco degli imputati chi, dopotutto, non s’è sottratto all’impegno. E
tuttavia sono d’accordo con te, come saprai, nel criticare il riflesso
condizionato di delegare sempre, anche l’indignazione, a presunti
leader della società civile, fulgidi almeno quanto inconcludenti. Ma né
in senso attivo né in senso passivo, concedimi, è il mio caso. Nè di
quel gruppo di amici che ha operato insieme a me.
Fai bene a indicare il prolasso morale come la radice del male, ma tua
critica credo che sia più coerente rivolgerla a chi in questi anni ha
avuto in mano strumenti di comunicazione e funzioni di rappresentanza -
potere, insomma - del quale io non ho mai disposto. Insomma,
includendomi nella lista nera dei testimonial comodi, in una logica
estensiva di una tesi alla quale sei affezionato, hai commesso un
marchiano errore di giudizio. Non te ne voglio, in questo momento
abbiamo tutti altri problemi. E sono certo che in futuro saprai
riflettere in modo più rigoroso. Anche per non buttar via il nucleo
valido delle tue ragioni.


Commento di Piero Ricca — 15 Aprile 2008 #

Silvia

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Messaggio  Silvia Gio Giu 05, 2008 9:21 pm

Caro Piero, ti ho
scritto questa critica per due motivi: primo perché ne sono convinto,
secondo perché c’è nell’aria una tua possibile intervista a me. Ora, io
detesto più di ogni altra cosa in questo nostro mondo professionale le
figure dei giornalisti ‘compagni di merenda’. Ovvero gli spettacolini
degli ammiccamenti, spalleggiamenti e cordatine dei Travaglio-Santoro,
Dandini-Guzzanti, Grillo-Travaglio, Gabanelli-Fabio Fazio, Aldo
Grasso-Gabanelli ecc. Come ho detto in pubblico e scritto, essi sono
una peculiarità pietosa del giornalismo italico che distrugge al cuore
la missione di chi fa il nostro mestiere. In Italia questo modo di
essere giornalisti è endemico.

Bene, io e te non lo saremo compagni di merende, fin da subito, e la
mia (non unica) critica a te deve arrivarti PRIMA che tu mi offra
visibilità con la tua telecamera. Capisci il valore di questo? Che la
gente sappia che io e te siamo in un rapporto sano che li tutela come
cittadini, perché io controllo e scrutino te, tu fai le pulci a me. Lo
stesso ho fatto da poco con la Guzzanti, che mi dice “ti voglio mettere
nel mio prossimo film sull’informazione”. Io rispondo “prima leggiti
quello che ho scritto di te, poi se ancora ti va mi intervisti”. Sai tu
quanti darebbero la mamma per apparire in un film della Guzzanti? Bè,
non io. Prima viene l’etica del mio mestiere, poi la fama semmai.
Ahimè, non credo che questo principio sia molto conosciuto fra i nostri
amici ‘paladini’ della nuova informazione.

Vengo alla tua mail:
Ricca: “Come singolo cittadino senza alcun potere che la mia voce ho
fatto più di quel che ho potuto mettendo in gioco me stesso, senza
guadagnarci tranne la satima di molti e anzi rimettendoci.”

Non ho dubbi. Ma non è quello che ho scritto.
Ricca: “Vedermi accomunato alla cricca dell’ “industria
dell’antisistema”, saqendo come vivo, mi fa sorridere. Quale sarebbe
l’accusa, aver fatto i toreadores senza parlare con umiltà alla persona
comune giorno per giorno? E come fai a sapere che cosa le persone come
me hanno fatto in questi 14 anni giorno per giorno? Una breve rassegna
delle mail che ricevo, di presa consapevolezza anche grazie al mio
contributo e di cani sciolti del mio stampo,, ti smentirebbe ipso
facto.”

Forse tu hai parallelamente conciliato la tua produzione industriale
di denunce con il lavoro che io auspico. Allora ciò significa che tu e
i tuoi collaboratori avete sviluppato una strategia comunicativa
sull’emergenza Prolasso Etico italiano e l’avete applicata in incontri
capillari con le segretarie dei commerciali aziendali, con i grossisti
di scarpe, con gli anziani dei centri 3a età, con i tifosi della serie
A, con i militari di Stato, con i liceali, con i frequentatori di
discoteche, con gli agricoltori, con gli artigiani, carrozzai, edili,
coi promotori finanziari…… Se l’hai fatto, bene. Ma quello che di te si
sa, e perdonami uno può giudicarti da quello che di te è pubblico, tu
sei una fucina senza eguali del metodo “denuncia-indignazione”. Altro
materiale pubblico che ti veda impagnato a promuovere altro non ve n’è
che io sappia.

Ricca: “Ma non mi sembra il caso di proseguire in questo dibattito. Sfortunatamente abbiamo altri problemi.”
No, non ci sono altri problemi in questo Paese. Ce n’è uno solo, e
si chiama Prolasso Etico, o Prolasso Civico se vuoi. Punto. Perché il
problema non è avere una destra o una sinistra o una falange
separatista o delle lobby di potere in Italia. Queste sono componenti
di ogni moderma democrazia. Il problema è averle ammorbate come forse
da nessun’altra parte al mondo da un epidemico e continuo prolasso di
qualsivoglia etica civica e professionale, a tutti i livelli, dalla
Banca d’Italia al grossista alimentare di Mezzolara, da Umberto
Veronesi al medico condotto molisano, dal direttore del Corriere al
portavoce del sindaco di Pizzocampo. Da Berlusconi al più comune
cittadino. Tutti in questo Paese, con eccezioni rare, o siamo mafiosi
oppure ‘parrocchiani’, omertosi, servili, menefreghisti, non
partecipativi, arrivisti, adoratori del vippismo (soprattutto proprio
fra gli antagonisti!). Altri problemi l’Italia non ha. E’ tutto qui.
L’ho scritto: Berlusconi/D’Alema e soci sono le ombre sul muro del
NOSTRO Prolasso Etico nazionale.

Ricca: “Mi sembra che nel tuo discorso sia ssente il problema della
rappresentanza politica. Forse l’errore è che dovevamo tentare di far
crescere una forza politica nuova. Ma questo non si improvvisa e le
oligarchie hanno fatto muro. Parlare al cittadino comune senza potergli
indicare una prospettiva se non quella del meno peggio e in definitiva
del pericolo berlusconiano, credimi, non è stato facile.”

E che te ne fai di una rappresentanza politica nuova senza prima
curare dall’epidemico Prolasso Etico/vippismo chi la circonderà e ne
dovrà applicare le nuove direttive morali? Sarebbe come cambiarsi
camicia mentre si spala carbone.

Ribadisco: basta INFORMARE gli italiani ossessivamente con la
scoperta dell’acqua calda (che siamo in mano a corrotti, buffoni ecc.).
Bisogna FORMARE gli italiani, formarci all’etica del coesistere. Meno
INFORMARE, più FORMARE.

Tuo Paolo Barnard


Commento di Paolo Barnard — 15 Aprile 2008 #

Silvia

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Messaggio  Silvia Gio Giu 05, 2008 9:22 pm

Per Paolo Barnard (e con questa passo e chiudo; se vogliamo, approfondiremo a tu per tu)
Ora ho capito: in sostanza imputi anche a me, includendomi nella
presunta cricca dell’ “industria dell’indignazione e della denuncia”
che ti sta tanto a cuore, di non aver “formato moralmente” gli
italiani. Cioé di non essermi, insieme agli altri “paladini” emozionali
e autoreferenziali, sostituito alla scuola, alla chiesa, ai partiti di
massa, al sistema dei media, al cinema, alla case editrici, alla
televisione. Con i volantini, il megafono e un blog. Sul quale peraltro
ho come chiodo fisso il tema della responsabilità individuale e il
dovere di alzare la testa. Ora ho capito, Paolo. Ma non c’era necessità
di questa assurda critica per non apparire “compagni di merende” in
vista di un’eventuale intervista.

Commento di Piero Ricca — 15 Aprile 2008 #

Silvia

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